Me lo dico da solo.
Bentornato, qui, oggi me lo dico da solo.
Non so quante persone mi hanno piu’ cercato. Ultimamente smarrito sulla mia pagina come nei social “di amici”. Mi va di ripartire.
Parto da una immagine di Stefano Tartarotti (@tartaro7) trovata stamattina su twitter ( o X per gli amici meno confidenti) che mi ha fatto riflettere.
Lui la commenta così “…Una mattina di 5 anni fa nel campo nebbioso davanti a casa vidi una lepre infreddolita che stringeva un garrulo ombrellino arancione. Della lepre sono abbastanza sicuro. Sull’ombrellino non posso giurare, perché di prima mattina non sono molto lucido…”
Ho pensato al mio periodo personale un pò saturo di emozioni e di senso di positività. Alle troppe cose da spiegare e da comprendere. All’impotenza che talvolta provo, e talvolta vedo negli altri, rispetto alla vita. Come poter ottenere il bit giusto.
Questa lepre sembra mirare il suo spazio intorno, mentre piove, così appare, visto il simpatico e originale ombrellino ( visto da Tartarotti) che la protegge.
Potrebbe essere anche una mattina di foschia però, quell’ombrellino le proteggerebbe la vista da quel raggio di sole fastidioso che non le permette di guardare oltre i cespugli, oltre gli alberi. Se c’è un pericolo od altro.
Ecco, ombrellino o no, pioggia o sole, la capacità di osservare, di dedicarsi quel tempo a farlo. Riflettere nel silenzio. Immaginare qualcosa di diverso per divertirsi anche un pò guardando la realtà..
Mi chiedo se posso iniziare ad affiancarlo alla mia piena quotidianità. Se ognuno può farlo , anche solo una volta al giorno. Fermarsi e guardare.